L’orto di Elsa

1 newsDalla chiesa per una ripida stradina si sale al nido d’aquila in località Carde, il primo avviso è di Giada, il cane femmina guardiano del luogo e amico degli amici, ad ogni arrivo,  riconosciuto il visitatore  rientra nella sua stanza e ne esce offrendo  un panno, può essere un vecchio maglione, una camicia, un pantaloncino,   un vecchio gilet , l’importante che strascichi  per terra e che ne riceva in cambio una carezza, un complimento, un gesto di simpatia.

Adesso è vecchia ha già compiuto 17 anni, è un po sorda, ingrassata e  appesantita, qualche volta la sorprendo avvicinandomi  silenziosamente ed eccola allora scuotersi e abbaiare ferocemente, è un attimo riconosciutami si precipita a porgermi il panno scodinzolando di simpatia.

L’orto si trova sulla sinistra, vi si accede da un cancellino in ferro verniciato di verde, si direbbe una serra, è  lunga una ventina di metri e larga quattro,  il percorso interno è disegnato da lastre di pietra disposte asimmetricamente  a descrivere le varie colture orticole: a destra e per tutta la lunghezza scorrono le piante di pomodoro, a sinistra le patate, poco avanti le prime aiole  di radicchio seguite dalle insalatine, dal radicchio rosso, dal trevigiano, dopo una prima curva ecco le carote, il prezzemolo, i finocchi, il sedano,  la  salvia;  verso la metà piantine di cetrioli, fagiolini, fagioli rossi, in fondo,  ma sparse  anche in tutto l’orto le zucchine e le zucche .

Fuori stagione può sembrare un orto come tanti, il terreno è  scuro, quasi nero, le varie aiuole  sono ben definite e il colore è variabile una dall’altra, ma niente di particolare lo caratterizza : è con la primavera e l’estate che tutto cambia ed è uno spettacolo osservarlo.

Il principio è il mese di aprile, Elsa  preleva dalle sue scansie i semi di pomodoro (cuore di bue) che ha selezionato per anni, adattandole all’altitudine e all’ambiente piuttosto severo (1000metri di altitudine) e le semina in piccolissimi contenitori , un seme,  al massimo due e un po di torba,  tenuti al riparo e annaffiati con regolarità.

A maggio semina le zucchine , due semi in ogni buca ,  giugno è il tempo delle insalatine e del radicchio (pronto dopo una settimana);  i pomodori vengono trasferiti in recipienti più grandi  con aggiunta di terra e di concime, si  piantano le patate a fette con il futuro germoglio rivolto verso l’alto, questo mese  è anche il tempo del sedano, del basilico, dei porri,  della verza e del cappuccio, per gli amici   pianta  le fragole e i cetrioli. Luglio e agosto sono i mesi pieni della raccolta

Chi consuma tutte queste meraviglie della natura? Piero! E non è vegetariano, tutt’altro, le verdure sono semplicemente il contorno per un mangiatore vorace e sempre  affamato.

L’anno scorso ho ricevuto in regalo una magnifica patata di otto etti  e due pomodori giganti (7e 8 etti ciascuno) cuore di bue che ho  fotografato e postato sul sito.

Anche Piero si occupa di vegetali, alberi in particolare,   genealogici, da tre anni indaga, ricerca, custodisce, studia, traduce, prega e frequenta le chiese (la sua maggiore fonte di informazioni), gli archivi comunali, di stato, le semplici case, sempre alla ricerca di una notizia,  di una testimonianza che possa illuminare sempre più indietro nel tempo la collocazione delle famiglie di Pezzoro.

L’orto è visitabile nei mesi estivi (luglio e agosto) solo su prenotazione.