Rockefeller (la cornacchia quasi domestica)

Gli amici venuti a trovarci stavano per andar via, io ero sceso in anticipo dalle scale per aprire il cancello e mi trovavo nel prato antistante, improvvisamente un fruscio nell’aria ci faceva alzare lo sguardo, delle cornacchie si erano materializzate in volo, d’istinto avevo gridato: Rockefeller! Rockefeller! .

Una delle cornacchie aveva cambiato assetto di volo e con un ampio cerchio si era posata sul prato a un metro di distanza

Stupore e sorpresa fra gli amici, ma non era ancora tutto; dovevo ricompensare un gesto così eclatante e straordinario, pertanto mi ero avviato verso la cantina a piano terra per prendere della carne trita dal frigo, mi ero avviato chiamando per nome (rockefeller) la cornacchia, che saltellando sulle sue lunghe zampette mi aveva seguito bloccandosi sull’uscio della cantina in attesa, io ero stupefatto.

Lo stupore degli amici nel frattempo aumentava: un miracolo!! Come San Francesco con gli uccelli!.

Prelevato un blocchetto di carne ero uscito e sempre seguito dalla cornacchia l’avevo deposto su un muretto, con rapide beccate l’uccello l’aveva inghiottito con vivaci cra-cra sotto gli sguardi interrogativi degli amici.

Finito di mangiare, senza altro indugio, con breve rincorsa la cornacchia si era involata scomparendo rapidamente verso l’abetaia vicina.

Retroscena: qualche giorno prima avevo visto in paese (Pezzoro) una cornacchia che in maniera insistente e testarda beccava i lacci degli scarponi di Gianni, un amico cacciatore; mi aveva raccontato che subito dopo la nascita aveva prelevato l’uccello e quindi lo aveva allevato offrendogli del cibo , in qualche modo “imprintandolo “. Cresciuto aveva ripreso a volare con lo stormo di cornacchie che risiedono nei pressi del paese, pur ritornando nella cantina del mio amico tutte le sere e accettando volentieri carne trita e biscottini per cani che Gianni gli offriva generosamente.

Rockefeller l’aveva chiamata, al suo richiamo si precipitava beccandogli prima il fondo dei calzoni per poi accanirsi sui lacci degli scarponi fino a che non erano sciolti completamente.

Naturalmente agli amici non ho detto niente di tutto questo.

Rockefeller un giorno ha deciso che la sua famiglia era lo stormo e Gianni e io non l’abbiamo più vista, mi piace pensare che è uno dei componenti delle cornacchie che girellano nei dintorni di Pezzoro.